Serbatoio GPL con vaporizzatore interno

PREMESSA

Prima di andare avanti nell’articolo, rispondo subito ad alcune domande che spesso nascono quando tratto questo argomento.

DOMANDA: Non è una tua idea, questo prodotto già esisteva!

RISPOSTA: Vero, ma sono stata la prima persona che lo ha richiesto al costruttore, collaborando allo sviluppo di diversi dettagli.

DOMANDA: Considerando che con questa portata di erogazione l’autonomia è di poche ore! Che utilità ha questo serbatoio?

RISPOSTA: E’ l’unica alternativa all’uso di un vaporizzatore feed-out.

Inoltre, si deve considerare che in Italia esistono vincoli molto forti sulla possibilità di stoccaggio di GPL presso il cliente finale. Di conseguenza si realizzano stoccaggi piccoli, ma che vengono riforniti moltissime volte.

ALCUNI DETTAGLI

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In questa foto si vedono alcuni dettagli del serbatoio, per questo cliente è stata prevista l’installazione di due serbatoi con queste prestazioni

LA STORIA DI QUESTA IDEA

Questo tipo di serbatoio è costruito dalla società Italiana Plinoxotar, che ha il suo sito produttivo nei pressi di Roma.

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Il modello base di questo serbatoio ha una potenzialità di vaporizzazione di 300 kg/h, una bella portata ma spesso non sufficiente per alcune tipologie di utilizzi, dove sono presenti consumi elevati per periodi di tempo limitati

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Come sa bene chi mi conosce, il mio approccio filosofico nella vaporizzazione forzata del GPL, predilige impianti con ciclo di funzionamento feed-back o equivalenti.

Bisogna inoltre tenere presente, che la normativa incentiva l’installazione interrata dei serbatoi GPL e questo impedisce l’installazione di un vaporizzatore esterno con ciclo di funzionamento feed-back.

L’IDEA

L’idea di base era “avere tutto all’interno del serbatoio”. Quando dico tutto, intendo effettivamente TUTTO, quindi i gruppi di riduzione della pressione gas di primo e secondo stadio e la linea di misura del gas erogato.

Le uniche opere da realizzare sul luogo di installazione sono:

–      il collegamento della tubazione gas che alimenta gli apparecchi utilizzatori;

–      la posa della caldaia e delle tubazioni dell’acqua calda necessarie al funzionamento del riscaldatore interno;

–      il quadro comandi e i cavi segnali collegati alla strumentazione presente sul serbatoio.

Molto semplice, simile alle installazioni del gas naturale.

 LA VOLONTÀ

Realizzare un’idea su una slide, è abbastanza semplice.

Passare da una slide ad un’opera concreta che si può toccare con mano, è leggermente più difficile.

Realizzarle comporta rischi, l’insuccesso è sempre alle porte.

Il successo è un figlio fortunato con una famiglia allargata, l’insuccesso invece è un figlio sfortunato con genitore single.

Inoltre, bisogna convincere le aziende ad investire per fare un nuovo prodotto, cosa semplice da dirsi, ma poi sorgono tanti imprevisti e tante false rassicurazioni.

LA REALIZZAZIONE

Quando abbiamo realizzato la prima versione, non tutte le cose non sono andate secondo quanto previsto.

Abbiamo dovuto correre per sistemare alcune cose. Adesso tutto funziona ….ma quanta fatica.

IL MIGLIORAMENTO

Se le cose funzionano, perché cambiare di nuovo? Perché è giusto sempre spingersi verso il miglioramento, cercando sempre di aumentare le prestazioni, riducendo i costi, il tutto senza ridurre o diminuire la sicurezza dell’impianto.

IL CUORE 

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In questa foto si vedono alcuni particolari del serbatoio, che sono il cuore del sistema.

Manca tutta la parte di strumentazione, la parte di produzione acqua calda e il sistema di telemetria di questo serbatoio che permette il monitoraggio di tutti i parametri …. ma questi particolari li posso pubblicare.

SALUTI

Per chi come me, deve realizzare impianti di questo tipo, mando un saluto speciale.

“BUON LAVORO RAGAZZI”

Spero che questo articolo vi sia piaciuto. Se avrà stimolato qualcuno nello sviluppare una nuova soluzione, sarà per me una soddisfazione immensa.